L'imbocco sul versante italiano del Buco di Viso |
La realizzazione di quest’opera si deve all'iniziativa del Marchese di Saluzzo, Ludovico II Del Vasto che diede il via ai lavori di scavo nell'estate del 1479 nel versante Est della montagna -quello italiano- e si conclusero in quello opposto alla fine dell’estate dell’anno 1480. In origine la galleria misurava circa 100 metri di lunghezza mentre oggi ne misura soli 75 a causa dell'erosione dei fianchi della montagna.
La sezione del Buco di Viso |
Il progetto di recupero di questo storico percorso ha visto la collaborazione dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Cuneese, del Parc Régional du Queyras, della Réserve Nationale Ristolas-Mont Viso, dei Comuni di Crissolo e Ristolas, dei gestori dei rifugi alpini prossimi ai versanti interessati, del Club Alpino Italiano e dell’I.P.L.A. e della Regione Piemonte. Il lavoro realizzato ha riguardato la progettazione, la realizzazione delle opere di ripristino della galleria e la relativa la messa in sicurezza, oltre la sostituzione, l’integrazione della segnaletica escursionistica e il miglioramento della percorribilità dei sentieri.
Per raggiungere il Buco di Viso, o “Përtus dël Viso” in dialetto piemontese o "Pertuis du Viso" in francese, si parte dal Pian del Re, dove nasce il fiume Po, a circa 2.020 metri di altitudine, imboccando il sentiero V16 che porta al colle delle Traversette. Il dislivello da affrontare è di 800 metri, ma le pendenze sono abbastanza dolci e in circa due ore e mezzo si arriva a destinazione. Una grande occasione per scoprire le radici d'Italia e d'Europa: percorrere un pezzo nello spazio è un po' anche tornare idelamente indietro nel tempo.
Video ufficiale che celebra la riapertura del Buco di Viso
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